Lo sviluppo emotivo dei bambini tra pandemia e guerre
Dottoressa Cortese quali riflessioni prevalgono in questo momento storico?
La mente dell’essere umano è una sofisticata macchina che non conosce sosta: vaga continuamente, spaziando tra pensieri, ricordi e progetti sui quali, oggi più di prima abbiamo meno potere d’azione o controllo. Il risultato di questi processi mentali è un costante rimuginare su ciò che è stato o, al contrario, un’attivazione eccessiva data dalla preoccupazione per ciò che sarà, che non ci consente di vivere il momento presente non solo mentalmente, ma anche emotivamente, trascinandoci in tempi e luoghi ben lontani dal “qui ed ora”.
Pensando ai soggetti di età evolutiva, questi eventi cosa stanno provocando?
I nostri bambini ed adolescenti stanno crescendo in un periodo storico complesso. Numerosi studi ormai ci riferiscono un aumento preoccupante dei disturbi di natura psico-affettiva e psicologica nella popolazione in età evolutiva. In ambito clinico stiamo osservando sempre più segni e segnali di stress, frustrazione, ansia, chiusura sociale, stati depressivi e presenza di comportamenti problematici. Tale incremento interessa sia bambini con difficoltà causate da patologie, disturbo o ritardo, sia coloro con sviluppo normo-tipico.
Il Tnpee come si pone al riguardo?
In virtù della sua elevata specificità per l’età evolutiva, il Tnpee è in grado di intervenire sia in ottica preventiva sia nella presa in carico di disturbi conclamati, a sostegno dello sviluppo psico-affettivo del bambino, in collaborazione con altre figure dell’equipe multiprofessionale, quali il neuropsichiatra infantile e lo psicologo. Il Tnpee di fatti sostiene, grazie alla privilegiata relazione d’aiuto, bambini e ragazzi nello sviluppo delle abilità di autoregolazione e gestione degli stati emotivi e dello stress, necessarie per affrontare anche momenti come quelli che stiamo vivendo da due anni. Questa relazione comprende in modo imprescindibile l’intero nucleo familiare, cui il terapista offre costante sostegno. Gli eventi sanitari, sociali e storici cui stiamo assistendo stanno minando la serenità e la sicurezza di tutte le famiglie, alcune delle quali già in apprensione per le difficoltà a carico dei propri figli.
Vivere nel QUI ED ORA
La mente dell’essere umano è una sofisticata macchina che non conosce sosta: vaga continuamente, spaziando tra pensieri, ricordi e progetti sui quali, spesso, non abbiamo più o non abbiamo ancora potere d’azione o controllo.
Il risultato di questi processi mentali è un continuo rimuginare su ciò che è stato o un’attivazione eccessiva data dalla preoccupazione per ciò che sarà, che non ci consente di vivere il momento presente non solo mentalmente ma anche emotivamente, trascinandoci in tempi e luoghi ben lontani dal “qui ed ora”.
L’ancora attuale pandemia, cui si aggiungono i drammatici giorni che stiamo vivendo del conflitto Russo-Ucraino, continuano a rendere angosce, paure, dolore, stress il pane quotidiano degli adulti, ma anche di bambini ed adolescenti, in un circolo vizioso di pensieri che alimentano emozioni e sensazioni che allontanano dal presente, privano delle energie positive di attivazione, e ostacolano nella crescita personale.
Numerosi sono gli studi che riferiscono un aumento dei disturbi di natura psico-affettiva e psicologica nella popolazione in età evolutiva. E, per rispondere all’esigenza di imparare ad autoregolare e gestire una serie di sintomi, comprese le risposte psicologiche e fisiche a stress, ansia, depressione e comportamenti distruttivi negli adulti e nei bambini, negli ultimi anni, non a caso, è cresciuto l’interesse alla pratica della Mindfullness, anche da parte dei clinici.
Tra le figure dedicate all’età evolutiva, il Terapista della neuro e psicomotricità è certamente una delle più specializzate, nonché una risorsa in grado di operare nel contesto della prevenzione, oltre che della presa in carico di disturbi conclamati, a sostegno dello sviluppo psico-affettivo del bambino, in collaborazione con altre figure dell’equipe multiprofessionale, quali il neuropsichiatra infantile e lo psicologo.
È, quindi, per competenza, una delle figure in grado di aiutare bambini e ragazzi a sviluppare quelle abilità di autoregolazione e gestione degli stati emotivi e dello stress, a partire dal qui ed ora, sfruttando il prezioso contesto della relazione privilegiata che si instaura tra terapista e bambino/ragazzo.
Dalla pandemia alla guerra il ruolo terapeutico
Il ruolo del TNPEE nelle prime fasi della pandemia, grazie al supporto delle Associazioni Tecnico Scientifiche, è stato rivolto fin da subito ad azioni di supporto alla comprensione e gestione degli aspetti pratici (Buone norme e prassi: indicazioni per bambini, 2020 ; Come insegnare il lavaggio delle mani nei bambini con disturbi del neurosviluppo, 2020 ), all’elaborazione della sospensione delle relazioni affettive ( Il ruolo terapeutico ai tempi del coronavirus, Arcelloni 2020 ) nonché alla produzione di materiali di gioco per rappresentare ed elaborare emotivamente i vissuti (Il lungo viaggio di Covid, Benincasa, Galbusera, Seregni, 2020 ). Il sostegno genitoriale, che il TNPEE ha svolto in equipe con colloqui periodici a distanza, ha inoltre permesso di fornire supporto e indicazioni utili alla gestione emotivo-comportamentale in ambiente domestico.
Ma in questi giorni di apprensione e dolore, che mettono nuovamente alla prova la società, con il pensiero ad una guerra drammaticamente reale e vicina, le immagini e le parole di angoscia, dolore, morte, distruzione che riempiono le giornate, cosa può fare il TNPEE per l’età evolutiva?
Certamente continuare a svolgere il suo ruolo terapeutico di sostegno allo sviluppo psico-affettivo e di sostegno genitoriale, in collaborazione con l’equipe multiprofessionale.
Il setting
L’importanza di un ambiente strutturato a sostegno dello sviluppo del bambino è cosa ormai nota nella letteratura, sia in ambito preventivo che clinico.
Il setting neuropsicomotorio si presta contemporaneamente alla libera espressione dei contenuti emotivi da parte del bambino, ma anche all’azione di contenimento e gestione del terapista.
Non possono mancare: l’attenzione alla temperatura, alle luci e agli stimoli nella stanza; un angolo morbido; materiali costruttivi, grafici e simbolici.
Osservazione e ascolto attivo
Il TNPEE, con le sue competenze professionali, è in grado di cogliere in anticipo e profondità i segnali di disagio in età evolutiva. L’osservazione degli indicatori non verbali e verbali guida alla lettura del bambino nella relazione privilegiata a due, e consente di individuare la necessità di elaborare un processo, un pensiero, un’emozione.
L’ascolto attivo e la capacità di riformulare con parole semplici del TNPEE aiuteranno i processi di consapevolezza ed elaborazione nel bambino.
Utilizzare un linguaggio semplice
L’esposizione passiva e priva di filtri alle notizie quotidiane è già a portata di mano (e di click) dei bambini.
Il TNPEE con cautela può, dopo essersi documentato e confrontato con altri colleghi dell’equipe, utilizzare un linguaggio semplice, selezionato e supportato da immagini, rispondere alle domande dei bambini (in particolare di quelli più grandi, in grado di esprimere verbalmente dubbi, pensieri ed emozioni).
Accogliere ed individuare le emozioni
La relazione privilegiata con il TNPEE consente al bambino un’apertura emotiva in un contesto in cui si sente protetto, accolto e rispettato.
È per questo motivo che è necessario che il TNPEE si mostri accogliente e rispettoso della manifestazione emotiva del bambino, contenendolo e rassicurandolo se necessario, esplicitando la propria vicinanza emotiva. Può rivelarsi, inoltre, un momento prezioso per identificare le emozioni, con il supporto di diversi materiali, e dare loro un nome.
Rappresentare ed elaborare
L’espressività corporea e l’azione ludica quali motori dello sviluppo, sono gli strumenti privilegiati dell’intervento neuropsicomotorio del TNPEE. Offrire al bambino uno spazio e un luogo protetti in cui rappresentare con il corpo e con l’azione ludica le proprie emozioni consentirà al terapista di elicitare i processi di esternalizzazione ed autoregolazione emotiva del bambino, nonché di aiutarlo ad elaborare e trasformare le emozioni ed il pensiero.
Coltivare empatia e trasformare in azione
La possibilità di vivere ed identificare le emozioni con consapevolezza permette di affinare la capacità di riconoscerle nell’altro, sviluppare una maggior sensibilità ai bisogni dell’altro e una risposta efficace e flessibile nelle diverse situazioni di vita quotidiana nelle relazioni affettive.
Nella fase di attivazione emotiva non è possibile elaborare e potenziare questa abilità nel bambino, tuttavia, nel tempo, è importante che il terapista ne sostenga lo sviluppo a partire dall’uso di un linguaggio emotivo condiviso con la famiglia e la rete a supporto del bambino.
Il lavoro oltre la stanza di terapia
La presa in carico in età evolutiva presuppone il lavoro in rete con i caregivers del bambino. Il lavoro del TNPEE non si esaurisce mai nella stanza di terapia, va ben oltre, sfidando limiti e confini fisici.
È quindi importante che il TNPEE fornisca, in accordo con l’equipe, indicazioni utili alla gestione emotiva del bambino nel contesto domiciliare, offrendo un vero e proprio sostegno ai caregivers, in uno spazio interamente dedicato al confronto e al supporto, che non preveda la presenza del bambino.