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Ddl Lorenzin, le professioni sanitarie scrivono a Governo e Parlamento

“Via gli intrusi dal riordino”

Sono passati oltre tre anni dall’avvio dell’iter di approvazione del disegno di legge 3868 (DDL Lorenzin).

Con il provvedimento sul riordino delle professioni sanitarie, passato nel mese di maggio al Senato ed attualmente alla Camera, in progress alla commissione Affari sociali, quello che poteva apparire un passaggio liscio o quanto meno ad andatura regolare ha ingarbugliato piuttosto la matassa e quegli stessi professionisti che già erano stati “rimbalzati” dalla commissione Igiene al Senato, si sono riproposti nelle audizioni agli Affari sociali,con un allungamento dei tempi.

Attraverso un attacco le professioni sanitarie “doc” fanno fronte comune e scrivono una nota indirizzata alla ministra della Salute e ai presidenti di Camera e Senato contro chi si vuole infilare nel percorso di riordino senza averne titolo (a loro dire), ossia quelle pratiche e professioni già escluse fin qui dal cammino normativo: in primis osteopati (con i vari distinguo all’interno) e i chiropratici. Nel testo inviato a chi è chiamato a decidere le sorti del provvedimento parlano esplicitamente di «assalto alla diligenza da parte di coloro che, irresponsabilmente, vogliono approfittare del suddetto ddl per far ottenere lo status di professione sanitaria anche a coloro che non hanno i requisiti previsti dalla legislazione vigente, attraverso percorsi facilitati, violentando quanto la norma, il metodo ed il buon senso indicano per raggiungere tale importante riconoscimento». Viene chiesto pertanto da Ipsavi, Conaps, Fnco e Tsrm che l’ individuazione di tutte le professioni che non siano previste dalle leggi 251/2000 e 43/2006, venga rimandata ad atti successivi, secondo quanto previsto dall’articolo 5 della stessa legge 43/2006.

 

Riportiamo di seguito il link dell’articolo completo presente sul sito 

www.sanita24.ilsole24ore.com

 

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