L’ ISS presenta un progetto di rete per diagnosi, monitoraggio e cura delle Atassie Pediatriche

Le atassie pediatriche sono severe malattie neurologiche rare (malattie spinocerebellari) provocate da diverse mutazioni genetiche che danno luogo ad un’estrema variabilità fenotipica e ad una altrettanto ampia variabilità nella risposta terapeutica. La prevalenza delle AP in Europa viene stimata intorno a 26/100.000 nei bambini di età 0-19 anni. Sebbene in Italia non sia mai stato effettuato uno studio epidemiologico di prevalenza e i tassi sopra indicati siano presumibilmente sottostimati, è possibile contare almeno 2900 casi, considerando i dati ISTAT del 2013.

Un network sulle atassie pediatriche (AP) che preveda la messa a punto di studi epidemiologici, l’istituzione di un registro di patologia, la caratterizzazione di determinanti genetici e l’implementazione di protocolli per la diagnosi, la gestione, la cura e la riabilitazione nell’ambito del Servizio Sanitario Nazionale. Sono questi i punti salienti del progetto di rete “Atassie pediatriche e Salute pubblica”, coordinato dall’Istituto Superiore di Sanità e finanziato dal Ministero della Salute che vede coinvolti l’Irccs Fondazione Santa Lucia con Enza Maria Valente, l’Irccs Eugenio Medea con Renato Borgatti e l’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù con Enrico Bertini. Il Progetto è stato presentato il 20 dicembre nell’ambito del convegno “Atassie pediatriche e Salute pubblica: dalla diagnosi alla presa in carico” in corso presso l’Aula Bovet dell’Iss.

 “Data l’elevata eterogeneità clinica di queste malattie, ritardi nella diagnosi sono piuttosto comuni – spiega Nicola Vanacore, dell’Iss, coordinatore del progetto – Ciò succede perché l’utilizzo di algoritmi diagnostici in queste patologie è raro e non standardizzato. Le evidenze scientifiche disponibili su studi di correlazione genotipo-fenotipo sono poche e la possibilità di condurre trial clinici randomizzati su gruppi omogenei di pazienti è una vera e propria sfida. A ciò si aggiunge, la scarsa conoscenza della storia naturale di molte AP che non permette di definire i percorsi diagnostici e terapeutici più appropriati che dovrebbero coinvolgere sia personale sanitario che sociale come medici, riabilitatori e assistenti sociali nelle scuole. Infine, mancano network clinici consolidati che interagiscano con i familiari dei pazienti e le loro rispettive associazioni. Possiamo quindi concludere che, per queste condizioni pediatriche disabilitanti, in Italia sia assente una visione di insieme sulle questioni di sanità pubblica che riguardano la clinica e la riabilitazione intesa come prevenzione terziaria (riduzione del deficit neurologico)”.

Proprio per questo, il progetto mira alla realizzazione di alcuni obiettivi specifici, quali:
1) L’istituzione di un registro di patologia per le atassie pediatriche coinvolgendo i principali centri clinici italiani con esperienza in questo tipo di malattie con l’obiettivo di ottenere dati epidemiologici per l’Italia. Questo registro permetterà di caratterizzare la storia naturale di forme differenti di AP avendo la possibilità di raccogliere dati clinici e sociali. I risultati saranno resi disponibili a clinici, decisori nella sanità pubblica e familiari;
2) La validazione di percorsi diagnostici, terapeutici e riabilitativi e la gestione dei costi all’inizio e alla fine del progetto. Questa attività permetterà anche di assegnare un codice di malattia rara per ogni forma specifica di AP;
3) La definizione di linee guida per la diagnosi, gestione e trattamento con conseguente disseminazione locale alle famiglie, scuole e servizio sanitario locale delle procedure operative standardizzate aggiornate. Inoltre, sarà data particolare attenzione alla creazione di un portale che conterrà le informazioni principali sui servizi disponibili per le famiglie;
4) Il miglioramento della definizione fenotipica e la diagnosi delle atassie pediatriche mediante un’approfondita analisi sui geni noti e geni ancora sconosciuti per ottenere informazioni sulla frequenza delle mutazioni e sullo spettro fenotipico di queste patologie;
5) L’implementazione di nuove tecnologie domiciliari e a basso costo per offrire una valutazione motoria e cognitiva più approfondita e l’accesso a protocolli di riabilitazione per tutti i pazienti con AP, anche quelli lontani dai centri specializzati.
 
Il registro
“Il registro di patologia – dichiara Vanacore – rappresenta lo strumento principale per definire un approccio di sanità pubblica nel campo dell’epidemiologia. In particolare, dati completi raccolti sistematicamente per ogni paziente e familiare permetteranno di migliorare algoritmi clinici e caratterizzare la storia naturale di varie forme distinte di AP. Ciò potrebbe avere conseguenze rilevanti sulla gestione e sulle possibilità di trattamento, rendendole più semplici e largamente accessibili ai pazienti sul territorio”.
 Per ogni paziente con diagnosi sospetta di AP, verranno raccolti dati clinici, genetici e di neuroimaging attraverso l’espansione di un network già esistente di specialisti clinici che forniranno una diagnosi specifica quando possibile. Informazioni su possibili ritardi nel processo di diagnosi e punti critici nell’interazione tra familiari e sistema scolastico e socio-sanitario saranno riportati e valutati. Sarà calcolata la stima dei tassi di prevalenza delle forme più frequenti di AP (es. atassia di Friedreich, sindrome di Joubert ecc) a livello regionale e nazionale. Per realizzare linee guida specifiche per la diagnosi, gestione e cura delle AP verrà costituito un panel di esperti. Tutte le evidenze scientifiche disponibili saranno identificate e valutate in base alla qualità metodologica degli studi. Questo approccio permetterà di elaborare raccomandazioni per la pratica clinica in accordo all’approccio EBM (Evidence-Based Medicine) adottato per le malattie rare.
 L’Iss ha un’esperienza consolidata nell’applicazione dell’epidemiologia clinica alle malattie neurologiche. In particolare, ha condotto vari studi epidemiologici descrittivi e analitici riguardanti malattie neurologiche frequenti e rare come l’atrofia multisistemica e la paralisi sopranucleare progressiva. Ha partecipato, inoltre, alla definizione dei registri nazionali dei farmaci per la Sclerosi Multipla e la Malattia di Alzheimer, è responsabile del Sistema Nazionale Linee Guida all’Istituto Superiore di Sanità (nell’ambito del quale ha coordinato le linee guida italiane: “Il trattamento dei disturbi dello spettro autistico nei bambini e negli adolescenti” – LG n. 21, October 2011). Inoltre, sta sviluppando un database online su pazienti italiani con sindrome di Joubert (una forma comune di AP) che permetterà di includere dati clinici completi di pazienti afferenti ai centri di tutta Italia.
 

Per saperne di più:   http://www.quotidianosanita.it/scienza-e-farmaci/articolo.php?articolo_id=46289

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