La Proposta Progettuale
Il Progetto AGIO nasce in primo momento nelle scuole del II° Circolo di San Lazzaro con un primo nome di Progetto Accoglienza e poi, con il nome attuale, nell’Istituto Comprensivo N.7 di Bologna, ponendosi sulla linea di sviluppo dei progetti di prevenzione e promozione del benessere, attivati nelle scuole con i finanziamenti della Legge 285, nati in risposta al disagio crescente tra insegnanti, educatori e genitori a fronte di situazioni sempre più complesse emergenti sin dalla scuola dell’infanzia.
Viene promosso dal Direttivo Interregionale ANUPI, con la creazione nel settembre 2003 del Coordinamento Psicomotricisti a Bologna, che riunendo buona parte degli psicomotricisti bolognesi, cominciò a collaborare con il Comune di Bologna per la realizzazione di un grande progetto psicomotorio educativo e preventivo all’interno delle scuole dell’infanzia, in piena collaborazione con Pedagogisti ed Insegnanti.
La scelta pedagogica
La scelta era quella di contribuire al miglioramento della qualità formativa delle realtà educative e scolastiche, operando direttamente a favore della promozione del benessere di bambini ed insegnanti.
I principi fondamentali che stanno alla base di questo progetto sono evidenziabili nel suo nome:
A come valorizzazione della dimensione dell’ACCOGLIENZA nella relazione con i bambini, come possibilità di sperimentare la dimensione contenente di una relazione educativa caratterizzata dall’ascolto, dall’attenzione all’altro e dalla sospensione del giudizio.
G come GIOCO, valorizzato nella sua spontaneità ed autenticità, ma anche regolato dall’adulto, che ne sostiene, a livello individuale e di gruppo, i diversi passaggi: dal gioco senso-motorio al gioco costruttivo e a quello simbolico. I Laboratori di Psicomotricità si propongono come momenti di formazione in situazione per gli insegnanti, rispetto alla gestione del “gioco spontaneo” dei bambini, all’utilizzo creativo dello spazio e degli oggetti.
I come INTEGRAZIONE di ogni bambino all’interno del gruppo, attraverso la valorizzazione della dimensione corale, del rispecchiamento reciproco e della complementarietà. Integrazione anche come accoglienza delle naturali spinte aggressive che emergono all’interno del gruppo, ed opportunità data ai bambini di incanalare i propri bisogni affermativi attraverso la scoperta del piacere senso-motorio e l’investimento simbolico sugli oggetti .
O come OSSERVAZIONE dei bambini all’interno dell’attività psicomotoria, sia da parte degli insegnanti, che da parte degli psicomotricisti, in una ricerca costante di strategie che favoriscano l’evoluzione dei bambini all’interno della dimensione ludica. All’interno dei Laboratori di Psicomotricità viene dato ampio spazio all’osservazione dei singoli bambini e delle dinamiche presenti all’interno del gioco.
Innovazione e prevenzione
Gli elementi di novità che emergono dall’evoluzione che il Progetto AGIO ha avuto in questi anni sul territorio bolognese sono diversi:
• Il collocare la proposta psicomotoria all’interno del curricolo delle scuole dell’infanzia e della scuola primaria, considerandola come importante tassello nel percorso di potenziamento dello sviluppo globale dei bambini.
• Il coinvolgimento di tutti i bambini all’interno della dimensione delle sezioni di appartenenza, non creando processi di differenziazione all’interno della proposta educativo/preventiva (gruppi di livello, gruppi di bambini che presentano forme di disabilità o di disagio)
• la scelta di utilizzare psicomotricisti specificamente formati, per garantire il livello di qualità del percorso ed il significato formativo della proposta rivolta agli insegnanti.
• La piena gratuità dell’intervento, superando il pagamento da parte delle famiglie, situazione che rischia di generare una sovrapposizione di competenze progettuali tra scuola e famiglie.
• L’allestimento di spazi psicomotori nelle scuole dell’infanzia considerati come parte integrante dell’ambiente scolastico, all’interno dei quali dare spazio non solo al mondo emozionale dei ragazzi, ma anche ad un corpo espressivo e comunicativo, in grado di tessere relazioni e consolidare la propria appartenenza al mondo.
• il riconoscimento di un’area progettuale condivisa tra psicomotricisti e insegnanti, quindi l’inserimento di momenti di progettazione e di verifica sull’attività e sui singoli bambini, condividendo strumenti di osservazione del gioco dei bambini e delle loro relazioni.
• Il coinvolgimento dei genitori nella condivisione degli obiettivi dell’intervento e nella realizzazione di momenti di confronto e supporto rispetto all’evoluzione dei loro figli.
• la realizzazione graduale di percorsi formativi per gli insegnanti, per sostenerli nella gestione del proprio ruolo nell’area della relazione e del gioco, per valorizzare la comunicazione corporea e la ricchezza della dimensione ludica spontanea.