Recensione Gamelli Psicomotricità 45

Recensione Gamelli

Recensione Gamelli


Ivano Ga
melli (a cura di)
MA DI CHE CORPO PARLIAMO?
i saperi i
ncorporati nell’educazione e nella cura
Milano, FrancoAngeli, 2012


Gli atti del convegno tenutosi il 10 maggio 2011  presso l’Aula Magna dell’Università  di Milano-Bicocca sono ora a disposizione di chiunque voglia  confrontarsi  con una domanda davvero importante: Ma di che corpo parliamo? Un interrogativo,  un invito alla riflessione, una richiesta di ascolto, una trama che ora perlustreremo.
Dopo poco più di un decennio di attività del primo insegnamento in Italia di Pedagogia del corpo, del quale Ivano  Gamelli fu l’ideatore  e di cui tuttora  è docente alla Facoltà di Scienze della Formazione  dell’Ateneo milanese,  la domanda  qui messa in gioco vuole essere provocatoria: infatti non si tratta semplicemente di parlare  del corpo, bensì di farlo  parlare  attraverso  il concorso multidisciplinare di osservazioni, ricerche, studi, teorie e soprattutto per mezzo della sua stessa presenza  nel mondo.
Se è doveroso domandarsi di quale corpo si parla, è allora lecito supporre che vi siano diverse corporeità sulle quali argomentare; pertanto è opportuno chiedersi cosa significhi il termine «corpo» soprattutto in una quotidianità altamente scissa e a volte schizofrenica come quella attuale, che in qualche modo coinvolge e reca rotture  nel campo della corporeità sociale o individuale. Il corpo di cui è possibile parlare è la «compagine  dei corpi», ovvero  una sola corporeità  che si trasforma e che assume, nel corso dell’evoluzione  o dell’esistenza, differenti  modalità:  intrauterina,  neonatale,  infantile,  adolescenziale, adulta,  senile o mortale;  nella disabilità,  nella scuola, nello sport, nello spettacolo e nella virtualità  informatica;  un corpo che diviene perciò oggetto di studio della biologia,  della medicina, della filosofia,  dell’educazione, dell’arte,  dell’architettura,  dell’ecologia e della comunicazione.
Il fulcro della questione Ma di che corpo parliamo?  è rappresentato  esattamente dal punto di domanda,  poiché tale segno non solo interroga  formalmente  il lettore, ma frammenta  anche l’oggetto  principale del testo su cui viene centrata la ricerca: il corpo. È per questa ragione  che i relatori  al convegno e autori degli interventi  nel libro hanno delineato un percorso informativo  allo scopo di spiegare come il corpo rappresenti un sapere incarnato, una forma formativa  e formante  che, nell’ambito  della cura educativa, non può essere trascurata.
Il testo è diviso in tre parti: nella prima Telmo Pievani, Carlo Sini, Luciano Marchino, Romano Madera e Massimiliano  Cappuccio illustrano  la struttura  di un corpo evolutosi in un ambiente naturale  e intellettuale  inflazionato,  dunque in continuo rapporto  con un sistema che lo ha reso pensante  e in certi casi astratto,  luogo energetico,  immagine  dello psichismo ed espressione gestuale; nella seconda parte Giovanna Bestetti, Anita Regalia, Ferruccio Cartacci, Laura Formenti,  Paola Manuzzi e Marie-Christine Josso affrontano  la reale presenza del corpo in quanto persona, che con la nascita, con il movimento  raccolto dalla psicomotricità, con il gioco delle relazioni  familiari  e, infine,  con l’importanza  del vissuto interiorizzato  rappresenta un «multiverso» eloquente e auto-bio-grafico;  nella terza e ultima  parte Pierangelo Barone, Rino Formati, Alberto Zatti, Michele M. Greco e Barbara Mapelli sottolineano  l’esistenza di un corpo visto come un involucro esistenziale, avvinghiato alla tecnologica e all’utilitarismo.
Ma di che corpo parliamo?  I saperi incorporati nell’educazione e nella cura è quindi un testo desiderato e voluto  per coloro che si occupano di pratiche formative, ma anche pensato per chi è curioso di sapere in quale modo il corpo può essere oggetto  di domanda,  luogo di sospensione teorica,  frutto  di un’elaborazione o, addirittura,  il setting all’interno  del quale ogni soggetto non può che essere, indossando la veste che lo contraddistingue  e che lo pone sempre in relazione con altri,  con altri  corpi.

 

di Luca Pessina (Educatore e collaboratore in qualità di tutor presso
l’insegnamento  di Pedagogia del corpo, Università Milano-Bicocca)

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