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Bologna

Il PROGETTO A.G.I.O.

Il Progetto AGIO nasce nel 1998 nelle scuole del II° Circolo di San Lazzaro, con un primo nome di Progetto Accoglienza e quindi nell’Istituto Comprensivo N.7 di Bologna, ponendosi sulla linea di sviluppo dei progetti di prevenzione e promozione del benessere, attivati nelle scuole in risposta al disagio crescente all’interno delle realtà educative e scolastiche.

Viene quindi promosso dal Direttivo Interregionale ANUPI, con la creazione del Coordinamento Psicomotricisti a Bologna, che, riunendo buona parte degli psicomotricisti bolognesi, cominciò a collaborare con il Comune di Bologna per la realizzazione di un grande progetto psicomotorio educativo e preventivo, all’interno delle scuole dell’infanzia bolognesi, estendendo e collegando le esperienze già in atto da diversi anni all’interno di Scuole e Centri psicomotori.

 

 

La scelta pedagogica

La scelta era quella di contribuire al miglioramento della qualità formativa delle realtà educative e scolastiche, operando direttamente a favore della promozione del benessere di bambini ed insegnanti,  intervenendo sul potenziamento delle capacità di sviluppo.

I principi fondamentali che stanno alla base di questo progetto sono evidenziabili nel suo nome:

A come valorizzazione della dimensione dell’ACCOGLIENZA nella relazione con i bambini, come possibilità di sperimentare la dimensione contenente di una relazione educativa caratterizzata dall’ascolto, dall’attenzione all’altro e dalla sospensione del giudizio.

G come GIOCO, valorizzato nella sua spontaneità ed autenticità, ma anche regolato dall’adulto, che ne sostiene, a livello individuale e di gruppo, i diversi passaggi: dal gioco senso-motorio al gioco costruttivo e a quello simbolico. I Laboratori di Psicomotricità si propongono come momenti di formazione in situazione per gli insegnanti, rispetto alla gestione del “gioco spontaneo” dei bambini, all’utilizzo creativo dello spazio e degli oggetti.

I come INTEGRAZIONE di ogni bambino all’interno del gruppo, attraverso la valorizzazione della dimensione corale, del rispecchiamento reciproco e della complementarietà. Integrazione anche come accoglienza delle naturali spinte aggressive che emergono all’interno del gruppo, ed opportunità data ai bambini di incanalare i propri bisogni affermativi attraverso la scoperta del piacere senso-motorio e l’investimento simbolico sugli oggetti .

O come OSSERVAZIONE dei bambini all’interno dell’attività psicomotoria, sia da parte degli insegnanti, che da parte degli psicomotricisti, in una ricerca costante di strategie che favoriscano l’evoluzione dei bambini all’interno della dimensione ludica. All’interno dei Laboratori di Psicomotricità viene dato ampio spazio all’osservazione dei singoli bambini e delle dinamiche presenti all’interno del gioco.

 

Innovazione e prevenzione

Gli elementi di novità che emergono dall’evoluzione che il Progetto AGIO ha avuto in questi anni sul territorio bolognese sono diversi:

• Il collocare la proposta psicomotoria all’interno del curricolo delle scuole dell’infanzia e della scuola primaria, considerandola come importante tassello nel percorso di potenziamento dello  sviluppo globale dei bambini.

• Il coinvolgimento di tutti i bambini all’interno della dimensione delle sezioni di appartenenza, non creando processi di differenziazione all’interno della proposta educativo/preventiva (gruppi di livello, gruppi di bambini che presentano forme di disabilità o di disagio)

• la scelta di utilizzare psicomotricisti specificamente formati, per garantire il livello di qualità del percorso ed il significato formativo della proposta rivolta agli insegnanti.

• La piena gratuità dell’intervento, superando il pagamento da parte delle famiglie, situazione che rischia di generare una sovrapposizione di competenze progettuali tra scuola e famiglie.

• L’allestimento di spazi psicomotori nelle scuole dell’infanzia considerati come parte integrante dell’ambiente scolastico, all’interno dei quali dare spazio non solo al mondo emozionale dei ragazzi, ma anche ad un corpo espressivo e comunicativo, in grado di tessere relazioni e consolidare la propria appartenenza al mondo.

• il riconoscimento di un’area progettuale condivisa tra psicomotricisti e insegnanti, quindi l’inserimento di momenti di progettazione e di verifica sull’attività e sui singoli bambini, condividendo strumenti di osservazione del gioco dei bambini e delle loro relazioni.

• Il coinvolgimento dei genitori nella condivisione degli obiettivi dell’intervento e nella realizzazione di momenti di confronto e supporto rispetto all’evoluzione dei loro figli.

• la realizzazione graduale di percorsi formativi per gli insegnanti, per sostenerli nella gestione del proprio ruolo nell’area della relazione e del gioco, per valorizzare la comunicazione corporea e la ricchezza della dimensione ludica spontanea.

 

 

 

 

Obiettivi dell’intervento

Lo sviluppo del piacere senso-motorio

Il piacere di muoversi, di vivere il movimento attraverso tutto il proprio corpo, correre, rotolare, saltare, strisciare, sperimentare il piacere della velocità e della lentezza, della rigidità e della tensione, perdersi e ritrovarsi nella caduta, il piacere di sentirsi andando a consolidare il proprio schema corporeo, punto di passaggio fondante, nei successivi processi di acquisizione.

Evoluzione e  facilitazione dei processi di comunicazione

Il favorire la possibilità di vivere la relazione con gli altri, di essere soggetti attivi di comunicazione, attraverso il movimento condiviso con l’altro, attraverso l’interazione con gli oggetti, scoprendo e riscoprendo le possibilità di movimento nello spazio strutturato della psicomotricità, sperimentando ed utilizzando una comunicazione che procede verso modalità sempre più evoluta e strutturante.

 

 

 

Creatività e creazione

Sviluppare la creatività del bambino come rottura delle stereotipie, delle ripetitività nel movimento e nel gioco, permettendogli di investire lo spazio e gli oggetti con la propria capacità immaginativa, sviluppare attraverso la sospensione del giudizio e stimolazione della spontaneità, i processi creativi gruppali.

 

 

Decentrazione e apertura al pensiero operatorio.

Vivere la relazione con lo spazio, gli oggetti, gli altri, progressivamente ordinando ed organizzando l’ambiente circostante, appropriandosi così delle nozioni fondamentali (forte/debole, lontano/vicino, grande/piccolo ) sperimentando l’uguaglianza e la non uguaglianza, l’ordine ed il disordine, il simmetrico e l’asimmetrico. Nel fare giocando, nel costruire e nel distruggere, il bambino mette le basi della rappresentazione mentale, del pensiero operatorio, della capacità di progettazione, ma anche di una maggiore comprensione del proprio vissuto,  per un’apertura verso la comprensione del punto di vista dell’altro.

 

 

 

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